martedì 4 dicembre 2012

BarandolaLibri - UnaFraseAlDì - de Saint Exupéry

Tratto da " Il piccolo principe " - di Antoine de Saint Exupéry

“Non si conoscono che le cose che si addomesticano”, disse la volpe.
“Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami! “.
“Che bisogna fare ?” domandò il piccolo principe.
“Bisogna essere pazienti”, rispose la volpe. “In principio tu ti siederai un po’ lontano da me, così , nell’erba. Io ti guarderò con la coda dell’occhio, e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po’ più vicino…”

Il piccolo principe ritornò l’indomani.

“Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora”, disse la volpe.
“Se tu vieni, ad esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre comincerò ad essere felice. Con il passare dell’ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore … Ci vogliono i riti”.
“Che cos’è un rito ?”, disse il piccolo principe.
“Anche questa, è una cosa da tempo dimenticata”, disse la volpe. “E’ quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un’ora diversa dalle altre ore.” [….]

Così il piccolo principe addomesticò la volpe. 

E quando l’ora della partenza fu vicina : “Ah !” disse la volpe, “ .. piangerò”.
“La colpa è tua”, disse il piccolo principe, “io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi … “
“E’ vero”, disse la volpe.
“Ma piangerai !” disse il piccolo principe.
“E’ certo”, disse la volpe.
“Ma allora che ci guadagni ? “
Ci guadagno”, disse la volpe, “il colore del grano”.
Poi soggiunse : “Và a rivedere le rose. Capirai che la tua è unica al mondo. Quando ritornerai a dirmi addio, ti regalerò un segreto.”
Il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose.
“Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente” disse. “Nessuno vi ha addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre. Ma ne ho fato il mio amico ed ora è per me unica al mondo”.

E le rose erano a disagio.

“Voi siete belle ma siete vuote”, disse ancora. “Non si può vivere per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perché è lei che ho innaffiata. Perché è lei che ho messa sotto la campana di vetro. Perché è lei che ho riparata col paravento. Perché su di lei ho ucciso i bruchi (salvo i due o tre per le farfalle). Perché è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché è la mia rosa”.


E ritornò dalla volpe. 
“Addio” disse.
“Addio”, disse la volpe.
“Ecco il mio segreto. E’ molto semplice : non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”.
“L’essenziale è invisibile agli occhi”, ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
“E’ il tempo che tu hai perduto per la tua rosa, che ha fatto la tua rosa così importante”.
“E’ il tempo che ho perduto per la mia rosa….” Sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
“Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…”.
“Io sono responsabile della mia rosa… “ ripeté il piccolo principe per ricordarselo.


... Barandola ...

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1 commento:

  1. L'ho letto tante volte e tutte le volte trovo qualche nuovo spunto di riflessione.

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