lunedì 20 febbraio 2017

PD, ancora mio.

Sono un iscritto ed un dirigente del Partito Democratico, di quel partito che negli ultimi hanno è stata la sola isola di conciliazione tra istanze della Sinistra e Riformismo.

Un Partito nato con sofferenza ma con ideali precisi, delineati. Una cornice di valori e anche di sentimenti, storia, dalla quale non si deve o non si dovrebbe uscire.

Far terminare l'esperienza del PD è politicamente parlando, un omicidio.

Occorre però, se si vuole bene al Partito, uscire da logiche di semplificazione.

Dire che gli scissionisti se ne vanno per 2 mesi di congresso è una bugia, utile ai media, per parlare alla pancia del Paese, ma sempre una bugia. Il Partito Democratico questo è ciò che non dovrebbe fare, parlare alla pancia. Dovrebbe avere capacità di ascolto in primis, di elaborazione poi e di accettazione delle critiche in ultimo.

La minoranza ha messo in fila una serie di errori politicamente imperdonabili, nei modi e nei tempi.
Concordo con chi dice che dirigenti nazionali di un partito dovrebbero smetterla di fare proclami contro la maggioranza. Dovrebbero lavorare negli strumenti che il Partito mette a disposizione per farlo crescere e farlo indirizzare  nella retta via.

Il Segretario democraticamente eletto, da parte sua,  ha il dovere di perseguire la propria linea politica. Quella votata dagli elettori al congresso e che dentro al recinto di valori idee e storia DEVE restare.
Non ha alcun diritto invece, una volta ottenuta la segreteria, di spostare l'asse politico del Partito e ancora meno di ridicolizzare, umiliare, offendere, mortificare le minoranze.

Bollare chi sta facendo delle critiche politiche all'azione del segretario come 'Gufo', 'Rosicone' , 'Vecchio', 'Attaccato alla poltrona' è INACCETTABILE.

Chi è alla guida deve avete testa per tutti, per tutti.

Come ho detto la questione è difficile e lo streaming di Direzione non aiuta a parlarsi, a confrontarsi , a capirsi. I tanto vituperati caminetti spesso sono i veri momenti di Politica vera. Dove la Politica diventa compromesso, accordo, rinuncia per un bene superiore.

Se scissione ci sarà sarà colpa di ogni dirigente che non ha fatto il massimo di sua competenza per eludere questo scenario.
Mi riferisco anche a tanti dirigenti locali che sulle bacheche di facebook nelle ultime ore sembrano diventati tifosi da stadio.

Io spero ed auspico che ciò non avvenga per non vedere una Grande Roma nazionale e per non vedersi spegnere l'ultima fiaccola  di possibilità di un CentroSinistra Riformista ma se la scissione avverrà l'unico che potrà sorridere sarà il populismo e saranno le destre.
Spariranno allora i sorrisi e l'arroganza di molti.


... Barandola ...


Nessun commento:

Posta un commento