sabato 5 novembre 2011

Precario ? - Si Grazie !


Il precariato in Italia è una piaga.
Colpisce i giovani, soprattutto le donne, colpisce la famiglia, colpisce la società stessa.
Fine della progettazione della vita, fine del sogno.

Ma la flessibilità in se come concetto base non è errata.

Metto la mia esperienza di informatico al servizio di questo concetto.
Se fai una cosa errata non cercare di sistemarla con mille modifiche, rettifiche, aggiustamenti.
Spesso conviene rifarla ex-novo
Questo è il caso in questione.

Il lavoro flessibile dovrebbe basarsi a mio avviso su 3 principali regole.
  1. La regola  Economico-Finanziaria
  2. La regola della progressività
  3. La regola della vera azienda


La regola  Economico-Finanziaria
In ambiente finanziario quando si fa un investimento si fronteggiano sempre due valori : % di rischio e % di rendimento.
Meno vuoi rischiare meno frutterà l’investimento (se va a buon fine)

Stessa cosa vale ad esempio sui diritti finanziari : 
Ho il diritto di riprendere i soldi quando voglio (liquidità assoluta) tasso bassissimo (anzi zero).
Vincolo i miei soldi ad un anno ? Tasso più alto con penale se li riprendo prima. 
A dieci anni la cosa diventa più evidente.

Nel precariato attuale vale l’opposto. 
Sei precario, non hai diritti, io dispongo come e quando voglio di te e pago meno.
Questa cosa va invertita.


Se prendiamo uno stipendio di 1.200Euro, dato ad un dipendente a contratto indeterminato, l’azienda che assume a tempo determinato per avere più flessibilità di organico dovrà pagare, a parità di opera, una cifra di ALMENO 1.800Euro ripagando così i minori rischi che si assume e i maggiori diritti che ha (l’azienda)

Se la persona a contratto determinato sarà una persona di valore l'imprenditore avrà tutto l'interesse ad assumerla quanto prima.


La regola della progressività
Un dipendente neo assunto a tempo indeterminato dovrebbe avere lo stipendio del tempo indeterminato ma inizialmente solo alcune garanzie più del precario. 
Le garanzie dovrebbero crescere con il progredire del rapporto di lavoro.
Dovrebbero esserci dei controlli per verificare che non sia scelta l’assunzione indeterminata come scappatoia per pagare meno il precario.
Quindi si meno tutele ma non NESSUNA. Le tutele DEVONO Esserci !


La regola della vera azienda
La flessibilità deve servire a due principali scopi.
Assumere, per un picco di lavoro o per una commessa specifica,  del personale che aiuti l’azienda a sopperire a questo momentaneo flusso.
Provare sul campo per alcuni mesi il personale per avere la certezza di assumere una persona valida.

Ma se l’azienda è una vera azienda non deve vivere sui precari. 
Il precariato di massa abbassa il livello della manodopera cosa che per adesso ha sempre contraddistinto il Made in Italy
Devono esserci dei limiti alla quantità di lavoro flessibile in azienda.

En esempio :
  • Impresa al primo anno sino al 100% di forza lavoro
  • Impresa dal secondo al terzo anno sino al 80% di forza lavoro
  • Impresa dal quarto al sesto anno sino al 50% di forza lavoro
  • Oltre il sesto anno l’azienda potrà avere solo un massimo del 20% di lavoratori flessibili.
(percentuali leggermente diverse le si possono pensare per aziende sotto gli 8 dipendenti)


Partendo da queste 3 semplici regole può iniziare a mio avviso un vero ripensamento del mondo del lavoro.


…Barandola…



1 commento:

  1. Ci sono alcuni spunti interessanti ma secondo me la cosa migliore sarebbe che non esistesse nessuna differenza tra i vari contratti, ne basta uno di contratti (il che riporterebbe parte del potere contrattuale verso i lavoratori e la smetteremmo di avere lavoratori con diritti diversi nella stessa azienda). Andrebbe rivisto il tabù dei licenziamenti (per evitare gli innumerevoli imboscati nelle grandi aziende), ci vorrebbero sostegni a chi perde il lavoro (da parte dello Stato).

    Ma la prima cosa è trovare il coraggio di rimettere in discussione tutto, senza tabù.

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